Monteverdi – Vespers

Monteverdi - Vespers

Orchestra of the Age of Enlightenment
Choir of the Enlightenment
direttore Robert Howarth
2 cd Signum 237

Il cosiddetto “Vespro della Beata Vergine” di Claudio Monteverdi costituisce uno dei più interessanti casi di storia dell’interpretazione della “musica antica” degli ultimi trent’anni, epoca nella quale si sono avvicendate decine di esecuzioni e incisioni discografiche la cui diversità non è “solo” interpretativa ma anche di restituzione del complesso e ambivalente dettato musicale. L’attenzione nei confronti di questa silloge, uscita a Venezia per i tipi di Ricciardo Amadino nel 1610, si è addirittura incrementata negli ultimi anni e, recentemente, sono apparse diverse versioni (da ultimo quelle di Suzuki per la Bis e di Kuijken per la Challenge). Ed ecco altre due incisioni, entrambe dal vivo: la prima diretta da Marco Mencoboni, la seconda da Robert Howarth. Musica barocca sia un caso sia nell’altro, ma il barocco del Monteverdi “italiano” è curvilineo mentre quello “inglese” spigoloso e puntuto. Agli ascoltatori decidere quale metafora geometrica è più appropriata alla lingua latina, lingua che, pronunciata correttamente dagli uni e dagli altri, nel canto italiano acquisisce una naturalezza che nell’accentuazione inglese non ha. Per una volta anche le qualità schiettamente vocali, per le quali la coralità inglese va giustamente fiera, sono a favore dei “nostri”, più precisi nelle parti a solo fin dall’intonazione. Non c’è alcun campanilismo nella nostra critica, affiancando queste due incisioni, entrambe di ottima qualità del punto di vista del “prodotto” discografico, entrambe dichiaratamente impegnate a ricercare l’utopia del “vero” Monteverdi e dei suoi “autentici “Vespri”, è la musica in sé stessa a far pendere la bilancia dal lato dei Cantar lontano. Howarth fa presente quanto i “Vespri” siano un concentrato di problemi filologici e realizzativi, e cerca soluzioni per ciascuno di essi (agilità dell’organico, innalzamento del diapason ecc.). Mencoboni, altrettanto informato, prova ad azzerare ogni querelle e ripartire dall’edizione a stampa del 1610, non rinnegando le acquisizioni della musicologia ma essenzialmente confidando in Monteverdi e nelle sue (cioè “di Monteverdi”!) scelte poetiche.

di Carlo Fiore


Prodotti consigliati
306 Novembre 2024
Classic Voice