ensemble Il Pomo D’oro direttore Maxim Emelyanychev cd Aparté
Nella realizzazione di questo disco, che dovrebbe rappresentare la prima tappa di un’integrale delle sinfonie mozartiane che andrà a comporsi pezzo dopo pezzo nel corso dei prossimi anni, per Maxim Emelyanychev si pongono due ordini di problemi diametralmente opposti.
Se da un lato la prima sinfonia in Mi bemolle maggiore K 16 offre uno spazio discografico decisamente più ampio, ma un livello di sfida musicale meno probante, la Jupiter è il genere di brano con cui si è misurato qualsiasi direttore, piccolo o gigantesco che fosse, lasciandone spesso traccia. Ragion per cui, all’ennesima esecuzione discografica di un capolavoro stranoto, si richiede di andare ben oltre la mera perfezione esecutiva, che si dà per scontata, per esprimere una visione musicale che sia abbastanza forte da catturare l’interesse del pubblico. E la personalità, come dimostrato in più occasioni in passato, a Emelyanychev non manca, né gli fa difetto un’attenzione pressoché maniacale per la cura di ogni misura, sia nell’articolazione delle frasi, sia nei rapporti di peso e dialettici tra strumenti. Come curioso intermezzo a separare le due sinfonie è proposto il Concerto per pianoforte n. 23 in La maggiore K 488 affrontato al fortepiano dallo stesso direttore.
Scelta doppiamente intrigante poiché, oltre a prospettare una tavolozza timbrica più parca ma perfettamente in linea con l’ensemble, che suona su strumenti e secondo prassi storicamente informate, svela il pensiero musicale di un solistadirettore che, anziché adagiarsi sull’orchestra, vi dialoga da pari.
Paolo Locatelli