pianoforte Hélène Grimaud soprano Mojca Erdmann orchestra Kammerorchester des Symphonieorchesters des bayerischen Rundfunks primo violino Radoslaw Szulc cd Dg 477 9455
Si tratta del disco uscito dalla turbinosa, ma forse non troppo sorprendente, querelle della pianista francese con Claudio Abbado accesasi a ridosso della registrazione con l’Orchestra Mozart dei due Concerti: motivo del contendere la scelta da parte della solista della cadenza scritta per il primo movimento del Concerto K 488 da Busoni, – come pure fece Horowitz per l’incisione di questo Concerto con Giulini – scelta contrastata dal direttore, propenso invece a far eseguire la cadenza lasciataci dallo stesso Mozart. Tante le considerazioni possibili, ovviamente, riguardanti il rapporto tra solista e direttore, la libertà di scelta, le ragioni di coerenza stilistica, l’interesse storico legato all’evoluzione dell’idea di cadenza e tante altre ancora. Fatto sta che il disco, dopo la registrazione in cui Abbado consentì di registrare le due cadenze alternative, fu fermato in fase di montaggio così che la Grimaud lo volle riproporre tutta sola con l’orchestra da camera della radio bavarese di cui lei stessa assunse la guida; condizione di assoluta libertà di cui la pianista, senza più le provvidenziali linee guida di Abbado, fa un uso dichiaratamente scoperto. Ci propone così un Mozart altalenante, tra estroversione e intimismo (la lentezza dell’Adagio del Concerto in la maggiore!) , tratteggiato con continui chiaroscuri e soprattutto, per quanto riguarda il pianismo pervaso da una sottile frenesia, nell’articolazione come nella punteggiatura dei bassi, che toglie quella naturalezza che è l’essenza dell’eloquio mozartiano.
Gian Paolo Minardi