quartetto Cambini-Paris 3 cd Naïve AM213 prezzo 28,50
Cesellatori di agogiche, dinamiche e fraseggi secondo un gusto che risente della tradizionale cantabilità italiana, i quattro giovani strumentisti parigini – se non di nascita almeno di adozione – hanno voluto intitolare la loro formazione al livornese Giuseppe Cambini, camerista di largo successo internazionale nell’ultimo ventennio del Settecento ma oggi quasi dimenticato in patria. E anche quando affrontano una pietra miliare nel suo genere come i sei Haydn-Quartette, i Nostri si distinguono per simpatica temerità d’approccio: testo integrale senza taglio dei ritornelli, corde di budello, archetti alleggeriti, diapason ribassato. Si rassicuri subito chi teme la consueta seccatura sedicente “filologica”, perché i ragazzi sono filologi per davvero e lo dimostrano partecipando alla redazione delle note di copertina con interventi di buona caratura analitica e storica. Insomma sanno quello che fanno. Avendo ancora nelle orecchie la versione muscolare e mainstream, ma purtroppo dimezzata, del Cuarteto Casals (cd Harmonia Mundi), ci tocca ammettere l’incapacità di esprimere una netta preferenza per l’una o per l’altra. Nemmeno basta l’ascolto comparativo di due o tre movimenti rivelatori: la fuga del K 387, tesoro di dottrina contrappuntistica dissimulata con eleganza, il guizzante Minuetto di K 428, l’Adagio introduttivo di K 465 con la sua provocatoria sequenza di false relazioni e scontri semitonali. Non resta dunque che attenersi al consiglio di Despina: “Mangiar il fico e non gittare il pomo”.
Carlo Vitali