clavicembalo Bertrand Cuiller
cd Mirare 137
Da un paio di decenni a questa parte sono sempre più rari i casi di “ricambio generazionale” nel novero dei pochi musicisti superlativi la cui epifania permette a quella storia di proiettare sulle “miserie del presente” le “ricchezze del possibile” (adottando il titolo di un profetico libro di André Gorz). Fra questi unicorni figura anche un clavicembalista francese di trentacinque anni, Bertrand Cuiller, che la lungimiranza di etichette avvedute (prima la Alpha, ora la Mirare) permette di far conoscere al mondo oltre i fortunatissimi che lo hanno ascoltato dal vivo. Cultore della temperanza, Cuiller è dotato di un virtuosismo trascendentale che non viene mai liberato in triviali esibizioni ma è costante sostegno a ciascun gesto musicale, nei domini dell’agogica, della dinamica, di quella superiore espressività che viene dalla proprietà di linguaggio. È con questo singolare bagaglio che ora ci vengono proposti brani contenuti in un manoscritto didattico redatto da Thomas Tomkins (1572-1656), compositore inglese che volle raccogliere un’antologia di brani degni di nota scritti da John Bull, William Byrd, Thomas Tallis e suoi. È una musica “en broderie” che vive di dettagli, mani chirurgicamente precise e misurata prosodia, musica che, a fronte di una discografia non scarna, vanta pochi titoli eccellenti: la storica antologia incisa da Glenn Gould al pianoforte (“Consort of Musicke by William Byrd & Orlando Gibbons”, Sony) e, fra i cembalisti, quella di Andreas Staier (“John, come kiss me now”, Teldec) e quella di Pierre Hantaï (“Docor Bull’s Good Night”, Naïve); a questi ora se ne aggiunge un altro, impegnato su tre strumenti: un cembalo italiano, uno inglese e un claviorgano, tastiera ibrida tipica del Cinque e Seicento britannici. C.F.
carlo fiore