interprete Véronique Gens pianoforte Susan Manoff cd Alpha 215 prezzo 18
Le chansons di tre dei maggiori autori del genere nella Francia tardo ottocentesca e protonovecentesca ingemmano con risultati che oserei dire ammalianti questo cd di raro fascino. Sono soprattutto la qualità musicale e quella poetica a imporsi: nel solco di una fine secolo imbevuta di spiriti parnassiani e simbolisti le voci di Henri Duparc e Ernest Chausson svettano per intensità d’atmosfera, libertà del metro e declamazione drammatica davvero impressionanti. E se il terzo elemento della triade, Reynaldo Hahn, si distacca dai citati colleghi per una forse più superficiale levità di tratto che tuttavia conserva l’esprit della razza, deve ammettersi che non sono tante nella produzione discografica odierna le occasioni di benessere auricolare pari a quella qui offerta. Di quella che venne definita l’âge d’or della romanza da camera transalpina il disco propone alcune perle di indicibile struggenza, al cui charme concorrono poeti del calibro di Baudelaire, Verlaine, Silvestre, Banville, fra i tanti. Pensiamo ad esempio alle Sept Mélodies op. 2 di Chausson, qua e là tristaneggianti, entro il cui castone s’erge, inarrivabile per desolazione, il magistero de La Dernière Feuille, avvolta nei magnifici versi di Théophile Gautier. Ma pensiamo altresì alla famosa Phydilé che Duparc scrisse nel 1882 sulla omonima poesia di Leconte De Lisle, uno degli esiti massimi di quella età aurea, o, ancora per la musica di Chausson, la bellissima Le Temps des lilas sul testo di Maurice Bouchor. E insomma, un’antologia tutta da scoprire e gustare. Ho lasciato per ultime le due esecutrici, ma è proprio il caso di affermare last not least: il soprano Véronique Gens e la pianista Susan Manoff si muovono a perfetto agio entro la squisita materia di loro competenza; la voce non è di particolare incanto timbrico ma ha al proprio arco espressivo (specie quello dolente) carte di riguardo, mentre la sua partner alla tastiera svolge il suo compito con non trascurabile gravità di tocco.
Aldo Nicastro