ensemble Odhecaton
direttore Paolo Da Col
cd Arcana 358
Pietra angolare della polifonia classica, la musica di Palestrina va raggiunta come la fonte d’acqua alla quale il cervo biblico si dirige per saziare la sete. Impossibile prescindere dalle messe e dai mottetti di Palestrina per capire come la musica del rinascimento italiano si sia emancipata dai modelli franco fiamminghi, difficile immaginare il panorama musicale della Controriforma senza le note del suo compositore d’elezione. Ad attirarmi immediatamente nell’ultimo disco palestriniano di Paolo Da Col e degli Odhecaton è il breve mottetto “Sicut cervus”, fra le prime esche a catturarmi alla musica antica, quasi per caso, tanti anni fa; da quella delicata scena metaforica si passa a un titolo paradigmatico nell’ampia produzione del prenestino, la “Missa Papae Marcelli” – assurta a mito salvifico della polifonia stessa, minacciata da una fiabesca censura che tacque dinanzi a tanto pio splendore. Questa messa vanta una discografia non nutrita quanto si penserebbe né del tutto scarna, sulla cui sommità si collocava fino a oggi un’esecuzione dei Tallis Scholars live da Santa Maria Maggiore (Gimell); quell’interpretazione, di quasi vent’anni fa, brilla per la tenuta e il colore delle voci ma risuona di una purezza le cui ali non volano verso il calore del sole ma verso gelide vette montane. Oggi finalmente, anche grazie al consolidarsi delle conoscenze sul compositore (riassunte nelle autorevoli note di Da Col e Marco Della Sciucca), l’ensemble Odhecaton consegna una nuova e del tutto differente lettura della “Missa Papae Marcelli”, ove alla bravura di chi canta si avvera in un discorso musicale che aggiunge alle coordinate esteriori una terza dimensione di adesione stilistica e partecipazione emotiva.