soprano Natalie Dessay direttore Claire Gibault orchestra Paris Mozart 2cd Sony 88985342842 prezzo 22
Nel fascicolo d’accompagnamento, Natalie Dessay scrive che “tutto è nato da alcuni quadri di Edward Hopper sui quali il poeta Claude Esteban ha composto dei bellissimi versi messi in musica da Graciane Finzi col suo stile così delicato e originale. Claire Gibault mi ha chiesto d’essere la voce recitante per questi melologhi. E da parte mia, ho scelto altri dieci quadri che mi hanno suggerito accostamenti con altrettante celebri canzoni americane, in una sorta di American Song Book. Ho chiesto a cinque meravigliosi musicisti di arrangiarli per quest’orchestra in modo da legare tra loro musica classica, jazz e musical”.
Magica Natalie. Quello che a mio avviso assolutamente non si deve fare, ascoltando questi due meravigliosi cd, è ricercare la sua “vecchia” voce da cantante lirica. No. Quello che quasi a nessun cantante d’opera riesce, ovvero cantare una canzone senza mettere in mostra la voce, a lei riesce da quella somma artista che è sempre stata. Eccerto, mi par di sentire certe grulle cocorite nostrane, la voce non ce l’ha più. Ma va là. Non ha più la voce per cantare Violetta Manon Olympia: ma ha messo su un fascinoso timbro più morbido, più fondo, più ambrato. E l’ha posto al servizio d’una maga dei colori, degli accenti (sostenuti da quella sua dizione proverbiale, che pronuncia un americano assolutamente idiomatico non meno di quanto sia il suo celebre francese), dei chiaroscuri, di quei fiati lunghi lunghi lunghi, quegli assottigliamenti e rinforzi continui sul filo di dinamiche prodigiose e d’una musicalità di livello strumentale, dalla comunicativa immediata frutto di lavoro certosino fatto però sparire al fuoco di un’immaginazione, una voglia di “dare”, in breve d’una personalità dal magnetismo portentoso.
Gli arrangiamenti sono superbi. I paragoni infiniti, tutti intimidenti (pensiamo solo a “Send in the Clowns”, fai entrare i folli, tratta dal musical A Little Night Music col quale Stephen Sondheim rielaborò il sommo capolavoro di Bergman Sorrisi d’una notte d’estate: Frank Sinatra, Barbra Streisand, Sarah Vaughan, Grace Jones, per non dire di Judi Dench che fu la prima interprete di Desirée ) ma nessuno capace di cancellare (e semmai…) l’intensità dolorosa, struggente, dolcissima, con la quale Natalie rende tangibile la sensibilità di chi ha incontrato la persona giusta, l’ha lasciata, la ritrova, se ne separa ma forse no, costruendo una scena teatrale perfetta, indimenticabile. E quella risata piena d’ironia e joie de vivre che chiude una “I feel pretty”, diversissima da quella cui siamo adusi ascoltandola in West Side Story: tutta un sussurro sensuale, malizioso, irresistibile. Ma tutti i brani, dal primo all’ultimo altrettanti vertici della grande canzone americana, escono smaglianti, originali, fantasticamente vivi dalla gola ma soprattutto dal cervello d’una delle più grandi artiste che i tempi moderni abbiano saputo esprimere. Nel secondo cd, la Dessay dà voce ai personaggi di sette tele di Hopper, evocati dai versi di Esteban e dalle suggestive musiche di Graciane Finzi: suoni che, nel vivo d’un concerto nel quale possono impiegarsi le proiezioni, stabiliscono connessioni plastiche tra colori e andamento strumentale, con la voce che commenta la composizione pittorica ma fa anche esprimere i personaggi ritratti. Molto accattivante, come idea generale, e nel complesso piuttosto ben riuscita. Certo, dal vivo doveva essere un’altra cosa: ma anche così (e tuttavia, avessero pubblicato anche i testi e non solo le riproduzioni di Hopper, sarebbe stato meglio), l’impatto della recitazione della Dessay che da sempre ha manifestato l’intenzione d’intraprendere una nuova carriera come attrice, è formidabile nel conferire spessore musicale, teatralissimo, anche a un brano di sola prosa.
Elvio Giudici