soprano Marianne Croux direttore Mathieu Romano orchestra Ensemble Aedes cd Aparte 323
Uno dei maggiori capolavori di Poulenc, lo Stabat. “Ho la fede d’un curato di campagna”, fu la celebre frase con cui usava schermirsi: ma non è questione di fede sentita in un modo o nell’altro, è che la Forma è per lui sempre un mezzo espressivo, e più pare semplice più è in realtà frutto di grande sapienza compositiva, come nella magnifica pagina “Fac ut ardeat”, per voci femminili a cappella dove i lievi tocchi dell’orchestra che alla fine la sigilla, sembrano proprio i battiti d’un cuore e pazienza se sono retorico.
Nitidezza dei profili, luminosità e leggerezza, intensità espressiva di tanto più comunicativa in quanto tutta raccolta su se stessa: l’esecuzione sugli strumenti antichi di questo superbo complesso non potrebbe essere migliore. Se nello Stabat si possono cogliere premonizione dei Dialogues, le giovanili Litanies (presentate nella loro versione originale per coro a tre parti e organo, anziché in quella parecchio posteriore per orchestra) hanno una scrittura assai più contrastata, che l’esecuzione sottolinea magistralmente.
I tre minuti del brano del cinquecentesco Clément Janequin sono uno squisito regalo.
Elvio Giudici