pianoforte Sandro Russo cd Steinway & Sons 30077
La prima Sonata di Rachmaninov, un tempo praticamente sconosciuta al disco e all’esecuzione in pubblico, è stata poi riportata alla luce da numerosi pianisti di valore, da Ciccolini (che aprì probabilmente la strada alla riscoperta nel lontano 1958) ad Askhenazy, Weissenberg e la Biret (in disco) ai più giovani Mustonen, Berezovsky, Trifonov, Lugansky, Romanowsky, non a caso quasi tutti interpreti di matrice russo-slava. Nella sua breve nota di copertina Russo ricorda il programma faustiano alla base della Sonata e le radici del Dies Irae, spesso citate da Rachmaninov in numerose sue composizioni. Come ricordavamo in un passato numero di “Classic Voice”, il programma – analogo a quello che caratterizza la Sonata di Liszt – era citato anche dall’autore in una lettera a Morozov e ripreso in una memoria del primo interprete del pezzo, Kostantin Igumnov.
La lettura della prima sonata da parte di Russo è di notevole valore, come si può notare immediatamente dalla solennità dell’attacco e dal successivo passaggio virtuosistico che porta alla comparsa del tema cantabile. Tutto è improntato a sottolineare giustamente la drammaticità dell’impianto con notevoli approfondimenti che possono nascere solamente da una conoscenza profonda dello stile dell’autore e la Sonata è portata al suo compimento con un crescendo irresistibile di emozioni e di alto pianismo. L’impostazione virtuosistica unita alle caratteristiche di proprietà stilistica sono però bene evidenti anche nel resto del programma di questo prezioso disco che comprende le Variazioni su un tema di Corelli, una scelta di Etudes-Tableaux e tre Melodie trascritte da quel mago della tastiera che era Earl Wild. In quest’ultimo caso non è per nulla facile riproporre sulla tastiera il fascino di una scrittura che amplifica – sempre nel rispetto più assoluto dello stile – il già complesso linguaggio dell’autore. Ma Russo dimostra qui di essere in possesso di un dominio del mezzo oggi concesso a pochi esecutori. Di pari livello è l’esecuzione delle Variazioni op. 42, ultimo grande lavoro di Rachmaninov, dove la concorrenza discografica e concertistica si fa davvero proibitiva.
Luca Chierici