direttore Jordi Savall 2 sacd AliaVox 9882AB
Jean-Philippe Rameau, autore, fra l’altro, di sublime musica per il teatro, ricca d’inventiva melodica e armonica quanto di concentrazione drammaturgica, latita dalle scene dei teatri italiani più di qualsiasi altro autore “canonico”. Negli ultimi vent’anni si ricordano a Reggio Emilia un Hippolyte et Aricie firmato Malgoire/Pizzi (1989), a Ferrara Les Indes galantes Brüggen e Cardoso (2004), Castor et Pollux a Venezia con Frisch e Gangneron (1999), nuovamente Les Indes galantes con Christie alla Scala ma in forma di concerto (2008); non molto altro. Perché? La risposta vulgata è che “ci vogliono specialisti che da noi non ci sono”: risposta falsa (perché ci sono eccome) e tendenziosa (perché legittima la presenza di “non specialisti” sempre più “generici” nel repertorio frequente, come se per Verdi e Puccini non servisse alcuna preparazione “speciale”). Sfuggendo al grigio mantello sotto il quale la “tradizione” è avviata al tramonto, segnaliamo il nuovo doppio disco diretto da Savall e dedicato a suite di pezzi strumentali contenuti nelle Indes galantes, nella Naïs, in Zoroastre e nelle Boréades. Il Concert des Nations ha una grana sonora ideale per la densità timbrica delle partiture di Rameau, condotta col consueto e vetusto “respiro antico” del direttore catalano, e agevolata da strumentisti iper-selezionati. A riprova della caleidoscopica potenzialità di questo repertorio, può essere utile apprezzare l’interpretazione di Savall affiancandola a quella data in altre simili antologie da William Christie (Erato e Warner) e Marc Minkowsky (Archiv) – il primo caratterizzato da un sobrio equilibrio, il secondo dal trascendentale virtuosismo nella resa delle sfumature sonore ed affettive. Su un podio di ex-aequo, a Savall va un alloro per la differenziazione dei piani dinamici e per la ricerca di atmosfere idiomatiche con le quali Rameau impegnò ai suoi tempi l’Orchestra di Luigi XV. C.F.
