Rossini – Petite Messe solennelle

solisti J. Lezhneva, D. Galou, M. Spyres, A. Vinogradov
Orchestre de Chambre de Paris e coro Accentus
direttore Ottavio Dantone
cd Naïve V5409
prezzo 18,70

 

Petite-Messe-solennelle

Transmusicologia ovvero Tarocco 2.0: non bastò a Rossini inventare il geniale ossimoro “petite” e “solennelle”, né l’esplicita protesta di averla orchestrata solo a prevenire le altrui piraterie, e neppure il suo rifiuto di farla eseguire altro che nell’originale versione da camera con due pianoforti e armonium. Ma ecco arrivare un giovane accademico rampante che ne sa di più: la vera intenzione di Rossini era di scrivere un Requiem per l’amico musicologo Louis Niedermayer, corredandolo di luttuose pompe orchestrali e dei giusti omaggi a Palestrina e Bach. Allora perché non lo ho fatto, ci si chiede comparando questa pagina alle giovanili Messe dette di Bologna e di Ravenna? A sfatare lo psico-romanzetto basta l’uso delle orecchie, ma intanto la fuffa si sparge sotto il mantello dell’edizione “critica”, e perfino un musicista sensibile come Dantone sembra cascarci. Meglio avrebbe fatto presentando l’operazione come legittimo documento storico di un gusto tollerato, benché non condiviso, dall’autore. Pazienza. Sotto la guida di Dantone il coro e l’orchestra parigini spargono faville di gaiezza boulevardière sulla fuga “Cum Sancto Spiritu”, mentre i solisti Julia Lezhneva, Delphine Galou e Michael Spyres, non immemori dei loro eccellenti trascorsi barocchi, fiorettano arie, duetti e concertati con un occhio al Rossini serio (dall’Otello al Tell) e un altro alle future liquescenze devote di César Franck. L’unico a prendersi troppo sul serio sembra il basso Alexander Vinogradov, protagonista di un “Quoniam” sbraitato con esecrabile piglio verista.
Carlo Vitali

 

 


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306 Novembre 2024
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