orchestra Sinfonica di Stato del Ministero della cultura direttore Gennady Rozhdestvensky cd Melodya Mel cd 10 02321 prezzo 13,80
Sembrano ormai lontani gli anni in cui fecero la loro apparizione sulla scena internazionale quei musicisti russi che avevano dovuto convivere, ancora nel periodo del cosiddetto disgelo, sotto l’incubo della censura; non c’è dubbio, infatti, che oggi possiamo ascoltare le loro musiche entro una dimensione più consolidata, quella che accoglie ad esempio un musicista di riconosciuta grandezza qual è Alfred Schnittke, scomparso nel 1998. Anche per lui, come del resto per Sostakovic, un filtro frenante può essere stata quella mobilità stilistica troppo banalmente racchiusa nel termine di eclettismo, definizione che l’ascolto di questa prima Sinfonia rende assolutamente impropria. Si tratta piuttosto di quel rapporto con la storia che Rostropovic, grande amico di Schnittke, aveva colto con giustezza: “Schnittke è così, utilizza tutto quello che è stato inventato prima di lui; ne fa la sua tavolozza, i suoi colori, in maniera organica così che la musica diatonica convive con la polifonia atonale complicata: una individualità incredibile”. È il senso, appunto, racchiuso nella Sinfonia, composta nel 1974 e prima di una numerosa serie, concepita dal musicista come imprescindibile retaggio di una tradizione in cui ha affondato le proprie radici, quella tedesca, e insieme anche come “antisinfonia”, incrocio paradossale che dà vita ad una struttura possente, quasi un’ora di musica, dal dichiarato riverbero mahleriano, serrata in un’unità che trova il suo centro nell’eterogeneità, con tutto il materiale che va sedimentandosi apparentemente in modo caotico, schegge di storia, da Beethoven a Ciaikovskij, al jazz, agli antichi canti russi che, a differenza di quanto osserviamo in Cage o in pittura in Rauschenberg, si caricano di un alone tragico. La registrazione di questo disco risale al 1987, sotto la guida di Rozhdesvensky che aveva diretto la prima a Gorki nel febbraio del 1974, con un originale suggerimento, rimasto poi nella pratica, quello di far seguire alle note delle ultime battute, quando i musicisti come nella “Sinfonia degli addii” di Haydn se ne vanno, l’inizio della Sinfonia, quando gli orchestrali entrano in scena accordando gli strumenti, come a dire , con Guillaume de Machaut,“ma fin est mon commencement”.
Gian Paolo Minardi