Schumann Beethoven Mendessohn – Lieder

tenore Patrick Grahl
pianista Daniele Heide
cd Avi 8553021

 

Trentaduenne, di Lipsia, in carriera da poco, canta – con la sua voce chiara, di bel timbro, ben emessa – i tipici ruoli di tenore leggero del repertorio tedesco e molta musica da camera. Al tempo in cui si registrava a rotta di collo, uscirono molti recital liederistici di cui è rimasta solo pallida traccia: nondimeno, la mole d’incisioni che sta alle spalle, quantunque non tutta disponibile nei cataloghi e nelle piattaforme online, è pur sempre intimidente. Massime nel caso d’un ciclo supernoto e quindi ultrafrequentato come lo schumanniano Dichterliebe: che difatti canta bene e morta lì. Già qualche guizzo più personale nel ciclo di Beethoven An die ferne Geliebte, modello per tutti i futuri cicli che formano la gloria del repertorio liederistico: la “tinta” da canto popolare le cui radici affondano nel vastissimo e fecondissimo humus del Volkslied strofico e di vena immediata, con la sua melanconia gentile e le ombre dolorose che lo percorrono, è materia più consona al timbro giovanile e alla freschezza interpretativa del giovane tenore, senza contare l’apporto sostanzioso di Heide nei vasti interludi pianistici. Lo strofismo tedesco e le impennate parabelcantiste di sapore italiano, tipici del Lied mendelssohniano, trovano poi in Grahl interprete attendibile, dato che di vera profondità psicologica non c’è quasi traccia e conta solo la bella voce e la franca espansività, tutte felicemente presenti.
Elvio Giudici

 

 

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