pianoforte Vladimir Ashkenazy
cd Triton EXCL-00017
Una sorpresa grande, felicissima, quella del ritorno di Ashkenazy alla consuetudine pianistica, anche se attraverso un disco registrato nel 2007 e con un repertorio sconosciuto ai più. Se il pianismo di Sibelius raramente richiede grandi capacità tecniche da parte del solista ciò non vuol dire che queste pagine siano di facile decifrazione, perché spesso nascondono valori che vanno al di là di un presunto disimpegno comunicato dallo stesso autore. Sibelius considerava questa sua parte di attività come marginale ed effettuata unicamente per ragioni di sopravvivenza economica, ma se ciò spiega le quasi obbligatorie trascrizioni di pagine sinfoniche notissime come la Valse triste da Kuolema, non dà del tutto conto dello sfogo pianistico che ha luogo verso la metà degli anni Venti, alla vigilia del lungo silenzio che caratterizza gli ultimi trent’anni di vita del musicista. Certo, nelle opere 101 e 114 è come ascoltare un Grieg sopravvissuto con una serie di nostalgici Pezzi lirici, ed è anche facile trovare una segreta corrispondenza tra queste note e il forzato abbandono della carriera concertistica da parte di Ashkenazy per motivi di salute. Il grande pianista russo non suona più in pubblico da diversi anni e si è riservato di incanalare ogni ulteriore sforzo per portare a termine sporadici nuovi progetti in sala d’incisione. Se questi sono i risultati, speriamo vivamente che tale consuetudine possa essere portata avanti ancora per un lunghissimo periodo. L.C.
