chitarra Marco Del Greco cd Neos 11317 prezzo 17,20
Ha dedicato molto tempo alla preparazione di questo cd. E il risultato è davvero notevole. Il chitarrista Marco Del Greco, nato nel 1982, allievo di Carlo Carfagna al Conservatorio Santa Cecilia, si è calato perfettamente nel mondo musicale dei due compositori giapponesi, cogliendone le atmosfere oscure, introspettive, ma con un suono sempre pieno, molto sensuale. Molto coinvolgente la sua interpretazione di Equinox, capolavoro di Takemitsu, scritto nel 1993 con la collaborazione del chitarrista Kiyoshi Shomura. Un pezzo impegnativo, pieno di sottili indicazioni dinamiche e timbriche, che colpisce per l’originale linguaggio armonico e la chiarezza formale, un gioco di motivi ripetuti e variati, di echi e risonanze, che segue una struttura circolare e si ispira alla forma dei giardini giapponesi. Le voci della natura sembrano risuonare anche nei tre movimenti di In the Woods (1995), che evocano tre famose foreste americane (Wainscot Pond, Rosedale, Muir Woods), in una perfetta fusione di Oriente e Occidente (anche nelle tecniche strumentali), di melodie modali e armonie complesse. Al confronto i tre movimenti di Folios, compositi vent’anni prima, mostrano una texure più dissonante e tematica, nella quale si innestano alcune forme di danza. All in Twilight (1987) si ispira a un di pinto di Paul Klee, per dare forma a una musica immersa in un mondo oscuro e misterioso, dalle venature blues, eseguita con estrema delicatezza e attenzione alle sfumature timbriche e ai silenzi. Oltre all’aforistico Piece for Guitar, composto nel 1991 per i sessant’anni di Bussotti, Del Greco completa questo cd la Serenade (2003) di Hosokawa, cogliendone gli sviluppi microscopici, i lievi ondeggiamenti, i glissati di semitono, i delicati trascoloramenti, che fanno suonare la chitarra come un koto. Del resto lo stesso compositore, quando era a Berlino al Wissenschaftskolleg, nel febbraio del 2013, ha avuto modo di ammirare le doti del chitarrista romano: “Marco Del Greco è uno dei miei chitarristi preferiti […] Ha suonato la mia Serenade con una consapevolezza profonda e con una tecnica sensibile e articolata. Ero davvero commosso per la grande bellezza del suo modo di far cantare la chitarra”.
Gianluigi Mattietti