Vivaldi – The Four Seasons Recomposed by Max Richter

violino Daniel Hope
direttore André de Ridder
orchestra Konzerthaus Kammerorchester Berlin
cd Deutsche Grammophon 479 2777 GH 
prezzo € 18,30

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Di fronte a un Grande Classico che rischia di finire all’indice per colpa di usi inflattivi tali da rendere inadeguata persino l’etichetta di Kitsch, non sarà più prudente tacere? Di avviso diverso si mostra Max Richter, tedesco naturalizzato britannico e musicista dal vasto curriculum in cui figurano studi con Luciano Berio e collaborazioni con Arvo Pärt. Le sue produzioni di maggior successo si muovono però in una zona grigia fra il minimalismo alla Glass, le colonne sonore per il cinema e quella ambient music donde è breve il passo alla Muzak o musica debole. Richter voleva “entrare nella partitura vivaldiana a livello della singola nota e in ultima analisi riscriverla, letteralmente ricomporla”. Nobile intento seguito da risultati meschinelli. In fatto di radicalità, la sua “ricomposizione” delle Quattro stagioni non pareggia le Saisons amusantes (1739) di Nicolas Chédeville, che interpola nella partitura vivaldiana strumenti atipici come la musette e la ghironda nonché movimenti affatto nuovi. Qui si ascolta invece una buona versione acustica (solista Daniel Hope al suo Guarneri del Gesù) “decomposta” per sottrazioni di materiale e manipolata con un parco uso del moog e di pochi effetti realizzabili con un software amatoriale tipo Sound Forge. Richter è stregato dalle progressioni, là dove Vivaldi si distingue per l’urgenza a tirar via; ma lui le stiracchia senza discrezione, ci sottopone qualche accordo pop, e si pregia di sostituire ai nervosi gesti tematici del Prete Rosso un suo saccarinoso melodizzare alla Dottor Zivago. Gli ultimi cinque track, intitolati Electronic Soundscapes sono miniature ispirate ai paesaggi acusmatici di Bernard Fort (ad esempio l’opulenta Suite Palenque fractale), ma ridotte al riciclaggio di rimasugli dal piatto principale: bassi di clavicembalo con aggiunta di uccellini campionati e dei soliti ostinati a mo’ di besciamella. Ne risulta un manicaretto indigesto alle ben costrutte orecchie moderniste; i baroccofili se ne asterranno a priori, dunque se ne consiglia l’acquisto solo ad alberghi, linee aeree e pizzerie.
Carlo Vitali

 

 

 


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306 Novembre 2024
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