Messe
Elegie
5 Bruchstücke
clarinetto Jörg Widmann
direttore Christoph Poppen
orchestra Deutsche Radio Philharmonie
cd Ecm New Series 2110 476 3309
Cinque stelle si potrebbero attribuire, senza esitazione, alla qualità delle interpretazioni. Sulla qualità dei pezzi le impressioni sono disuguali, soprattutto per ciò che riguarda la Messa (2005), un ampio pezzo per orchestra dove il testo liturgico è cancellato; ma è talvolta presente (come un’impronta nella lava) nel gesto e nel carattere della musica. Jörg Widmann si limita al Kyrie (che occupa più di metà della sua Messa), alla prima frase del Gloria, e infine a due frasi del Credo, “Crucifixus” e “Et resurrexit”. Questo ultimo episodio è costruito come un lungo crescendo che attraverso una scrittura contrappuntistica densa dovrebbe giungere a dissolverla in una grande apertura. Widmann non ha paura dell’enfasi estroversa, né di mantenere saldi rapporti con il passato pur senza rifiutare la ricerca, e i risultati nella Messa presentano forti suggestioni evocative, di una immediatezza che talvolta lascia perplessi. Il compositore è un eccelso clarinettista, e gode della stima di Anselm Kiefer, che ha voluto la sua collaborazione nello spettacolo che ha creato per l’Opéra di Parigi. In quel contesto (visivamente mirabile) mi aveva molto colpito anche la musica di Widmann, con caratteri evocativi ed evidenza espressiva che ho ritrovato in alcune pagine della Messa e nella Elegie per clarinetto e orchestra (2006), un vasto lamento dove il solista è continuamente presente con una scrittura di magistrale varietà. Il rapporto creativo di Widmann con il suo strumento si manifesta felicemente anche nelle ardite sperimentazioni dei cinque Bruchstücke (Frammenti) per clarinetto e pianoforte, brevi pagine dalla scrittura virtuosistica e interessante, nelle quali il compositore è affiancato da Heinz Holliger nel ruolo di pianista (per lui inconsueto).
di Paolo Petazzi