Bizet – Carmen

Bizet - Carmen

FANO
[interpreti] A. Malavasi, F. Oberto, P. Pecchioli, A. Capici
[direttore] David Crescenzi
[regia] Renato Bonajuto
Teatro della Fortuna

Difficile montare un’opera tanto complessa quando la platea è portata a livello del palcoscenico per i balli carnevaleschi: spazio che l’estro d’un regista non ancora trentenne trasforma invece in una scena oltremodo suggestiva. All’entrata della ex-platea l’orchestra, che dà le spalle a tre file di spettatori (gli altri, nei palchi); al centro, un’arena sabbiosa su cui poggia una pedana inclinata; ai lati, due file di poltrone da vecchio cinema dalle quali i coristi commentano gli eventi, lasciando l’azione ai mimi. Dietro la pedana, un praticabile e infine un grande schermo sul quale scorrono spezzoni di documentari riguardanti la guerra civile spagnola: epoca in cui Renato Bonajuto ambienta l’azione. Non è quindi la zingara Carmen a invocare la libertà, ma la miliziana repubblicana; miliziani sono i contrabbandieri; e nel loro coretto, i bambini non giocano ai soldatini bensì si producono, al pari delle scolaresche del documentario, in un inno al militarismo; Zuniga non è l’ufficiale di guarnigione beffato dai suoi compagni di bordello, ma è il nemico che José uccide come estremo atto d’amore per Carmen. Sfruttando il linguaggio video oggi familiare, le immagini di repertorio s’integrano (e s’integrano perfettamente) a riprese in diretta di quanto avviene sulla scena. In un impianto così articolato, ruolo fondamentale rivestono sia le luci sia la recitazione nel definire tratti originali e teatralissimi dei personaggi. Non di pari livello la parte musicale: sia per la poco più che volenterosa orchestra, diretta con esiti alterni da David Crescenzi, sia per gli interpreti, dei quali va tuttavia segnalato il temperamento teatrale dei due protagonisti. (14 febbraio 2009)
Giancarlo Cerisola


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