VENEZIA
[interpreti] Eric Cutler, Nino Machaidze[direttore] Carlo Montanaro[regia] Damiano Michieletto[teatro] La Fenice
La scena è interamente occupata da un gigantesco piatto di giradischi, il cui braccio serve da balcone a Giulietta, che alla fine si uccide usando la puntina come pugnale. Sul piatto è appoggiata negli ultimi due atti una gigantesca cuffia, con un auricolare rovesciato in modo da servire da alcova ai due amanti, e poi da tomba a Giulietta. Evoca così il mondo della discoteca la scena di Paolo Fantin in cui Damiano Michieletto ambienta Roméo et Juliette di Gounod nell’allestimento veneziano di quest’opera (composta nel 1866/67, ma rielaborata più volte fino al 1888, quando giunse all’Opéra). Sebbene si collochi tra i maggiori capolavori di Gounod, si rappresenta abbastanza raramente in Italia (e anche in altri paesi europei). Michieletto racconta la storia degli infelici amanti veronesi ambientandola nel mondo giovanile di oggi, come avevano già fatto, tra gli altri, Baz Luhrmann nel suo film del 1996 e Jürgen Flimm allestendo a Vienna l’opera di Gounod nel 2001, (…) ma in maniera forse non compiutamente felice come nella Gazza ladra (che rivelò il talento di Michieletto) e tuttavia teatralmente coinvolgente. Così apparivano persuasivi anche sul piano della recitazione i due protagonisti, Eric Cutler, incline ad una controllata, intimistica eleganza, e Nino Machaidze, duttile e sicura nel suo arduo e sfaccettato ruolo, anche se è forse stata un poco meno convincente che nei Puritani (…). Purtroppo il direttore Carlo Montanaro, che pure sa instaurare un buon rapporto con l’orchestra, non andava oltre una solida e squadrata sicurezza e appariva stilisticamente lontano dal mondo di Gounod. (3 marzo 2009)
Paolo Petazzi