BOLOGNA[interpreti] D. Roth, C. Remigio, J. Osborn, D. D’Annunzio Lombardi[direttore] Roberto Abbado[regia, scene, costumi] Pier Luigi Pizzi[teatro] Teatro Comunale
Con una proposta originale e intelligente il Comunale di Bologna inaugura la stagione con Der Vampyr (Lipsia 1828) di Heinrich Marschner (1795-1861), una partitura che in Italia si era ascoltata soltanto una volta in forma di concerto e che ha grande rilievo nella storia dell’opera romantica tedesca dopo Weber e prima di Wagner. La vicenda del vampiro Ruthven, che per rimandare l’eterna dannazione dovrebbe conquistare il sangue e la rovina di tre vergini (ma si fermerà a due), presenta un impianto drammaturgico ricco di evidenti affinità con il Freischütz di Weber, sebbene in Marschner il conflitto bene-male si ponga in termini in parte diversi. (…)
La direzione di Roberto Abbado poneva in luce con sensibile intelligenza le ragioni della musica di Marschner. Nella compagnia di canto, in complesso pregevole, si imponeva con incisiva autorevolezza Detlef Roth (l’assetato Ruthven, nella foto di Rocco Casaluci, ndr), il tenore John Osborn si faceva ammirare per l’eleganza e la sicurezza, anche se la parte di Aubry lo metteva talvolta a dura prova, e Carmela Remigio si disimpegnava con bravura nell’impervio ruolo di Malwina. (…) Non era facile il compito di Pier Luigi Pizzi, che firmava regia, scene e costumi. Ha creato un suggestivo e funzionale impianto scenico (una radura con alberi laterali) cui bastava cambiare il fondale per definire luoghi diversi, ha ambientato la vicenda in una Scozia atemporalmente “moderna” e non ha purtroppo convinto con la regia: al di là di qualche goffaggine, sembrava che mancasse un’idea precisa nel confrontarsi con il fantastico e con l’orrido della vicenda. (18 novembre 2008)
Paolo Petazzi
La versione completa di questa recensione compare sul numero 115 (dicembre 2008) di “Classic Voice”