Mozart – La Clemenza di Tito

Mozart - La Clemenza di Tito

Interpreti: G. Kunde, T. Romano, M. Bacelli, E. Monti, F. Russo Ermolli, V. Priante.
Regia: Luca Ronconi
Direttore: Jeffrey Tate
Teatro:  San Carlo
NAPOLI 

NAPOLI – Ultima opera seria di Mozart, La Clemenza di Tito di Mozart è un capolavoro che, in un clima di infinita malinconia, rivela tenerezze, estasi liriche, accensioni drammatiche stilizzate e visionarie, una straordinaria ricchezza di sfaccettature e di ambiguità, a lungo sottovalutata fino a circa mezzo secolo fa. Nella serata di apertura della stagione al Teatro di San Carlo la complessa e quasi enigmatica ricchezza di questa partitura era posta in luce da Jeffrey Tate con levigata bellezza di suono e con accuratissima chiarezza. Tate coglieva con raffinate sfumature le morbidezze cantabili, i chiaroscuri, le inquietudini e gli smarrimenti della Clemenza. La sua visione si incontrava felicemente con la concezione interiorizzata della regia di Ronconi, che scavava nei drammi dei personaggi eliminando ogni concessione all’esteriorità spettacolare, quasi come se mettesse in scena una tragedia di Racine (non si deve dimenticare che il dramma metastasiano rielaborato da Mozart e Mazzolà è la prosecuzione della Berenice di Racine). (…) Determinante era la cura della recitazione di ognuno degli interpreti, che formavano una compagnia equilibrata e di alto livello. Per prima va citata Monica Bacelli, di commovente intensità nella parte di Sesto. Autorevole e stilisticamente impeccabile era il Tito di Gregory Kunde. Teresa Romano, da due anni uscita dall’Accademia della Scala, ha rivelato grandi qualità nella ardua parte di Vitellia, per le cui difficoltà è parsa ancora un poco acerba. Una bellissima apertura per una stagione che nella sua brevità rivela la difficile situazione economica del teatro napoletano.

Paolo Petazzi
 
(la versione completa di questa recensione compare sul numero 130 di “Classic Voice”, marzo 2010)

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