direttore Neville Marriner orchestra di Padova e del Veneto teatro Verdi giovedì, 29 settembre

Se confrontata con la raggiante vitali

Sir Neville Marriner vantava uno speciale approccio musicale radicato sin dall’inizio nell’arte della musica da camera, della quale era attivo come violinista ancora prima di maturare una brillante carriera da strumentista alla London Symphony Orchestra. Dopo gli studi musicali condotti al Royal College of Music al fianco del biografo del compositore Edward Elgar, si specializza a Parigi per inserirsi poi in varie formazioni quartettistiche. Il bisogno di assecondare la straripante indole musicale porta Marriner a lasciare momentaneamente l’Europa per seguire i corsi di direzione del leggendario Pierre Montreux negli Stati Uniti, figura di riferimento sia per il repertorio storico che per la nuova musica. Queste esperienze confluiranno ben presto nell’esigenza di costituire una nuova orchestra formata dai più abili musicisti del momento, che sia capace capace di elevare le competenze maturate nell’ambito cameristico al repertorio sinfonico. Dopo il leggendario concerto tenuto in quel lontano 1959 nella chiesa che ispirerà il nome della nuova orchestra, Sir Neville Marriner fonda la Academy of St Martin in the Fields. Si avviano così i primi contratti discografici che nel tempo confluiscono in un catalogo ben più cospicuo, che vanta oggi alcune centinaia di dischi per le etichette più autorevoli, all’interno del quale spicca l’incisione della colonna sonora del film Amadeus del regista Miloš Forman che gli valse nel 1985 il Grammy Awards per il miglior album. L’importante attività concertistica avviata parallelamente nei festival e nelle sale di tutto il mondo, lega la Academy of St Martin in the Fields a Marriner fino al 2011, anno in cui il direttore inglese ne diventa presidente onorario.
La profonda conoscenza del repertorio maturata in una vita in musica trova così l’espressione più profonda nell’esecuzione dell’ultimo gruppo sinfonico di Mozart, eseguito a Padova in un unico respiro interpretativo sulla scia del fuoco compositivo che ha segnato la genesi di queste opere, come ultimo profondo omaggio di un grande musicista.
Alberto Massarotto