interpreti A. Rachvelishvili, M. Alberola, A. Toledano
direttore Gordan Nikolic
orchestra BandArt
regia Carlus Padrissa
regia video Tiziano Mancini
formato 16:9
sottotitoli It., Ing., Fr., Ted., Sp., Cin., Cor.
dvd Cmajor 710308
Più ancora che per la protagonista, quell’Anita Rachvelishvili che nel 2009 uscì dall’Accademia della Scala per inaugurare la stagione con la memorabile Carmen diretta da Daniel Barenboim e messa in scena da Emma Dante, l’attesa più stimolante per questo dvd – registrato l’anno scorso al festival di Perelada – era riservata alla Fura dels Baus, l’ormai mitico collettivo teatrale spagnolo fondato a Barcellona nel 1979. Che, infatti, guidato dal suo regista principale, Carlus Padrissa, ha realizzato uno spettacolo di tale virtuosismo tecnico che ancora oggi, nonostante l’abitudine alle fantasmagorie digitali cinematografiche, riesce in qualche modo a stupire lo spettatore: quasi certamente più quello presente in sala che quello televisivo, al quale tuttavia sono riservate sorprese ideate e confezionate dal bravissimo regista televisivo che è Tiziano Mancini. La regia teatrale, come ormai da molto tempo accade alla Fura, si risolve essenzialmente nella scenografia: una scenografia fatta di giochi di luci, colori, segni grafici che si animano in base alla musica e in un certo senso recitano insieme ai cantanti e al coro. Una scenografia di grandissimo fascino ma che alla fine ti accorgi come non ti abbia detto alcunché di nuovo. Al contrario, la novità sta in orchestra: non solo perché la regia l’ha intelligentemente integrata nella vicenda, vestendo gli strumentisti con costumi assai vicini all’idea delle larve e facendoli suonare in palcoscenico, assai spesso in piedi e in movimento come i coristi e i figuranti; ma soprattutto per la sua bravura, la sua portentosa musicalità, la sua capacità di esaltare i momenti più emotivi e di evocare atmosfere ora cariche di speranza, ora di abbandono, ora di disperazione. A concertare e guidare un simile ensemble, lo straordinario concertmaster della London Symphony, il violinista serbo Gordan Nikolic. Se ottima è la vocalità della Rachvelishvili, la regia s’è dimostrata impotente o distratta nel riuscire a estorcerle alcunché d’espressivo: dalla prima all’ultima nota, sempre la stessa mimica compunta e intagliata nel legno. Analogamente piatta Maite Alberola nel ruolo di Euridice, mentre uno zinzino più viva e spigliata è Auxiliadora Toledano quale fascinoso Amore.
Elvio Giudici