interpreti J. Hynninen, J. Reinikainen, R. Rantanen, P. Linnosaari, V. Rusanen
direttore Mikko Franck
orchestra Finnish National Opera
regia Pekka Milonoff
regia video Hannu Kamppila
formato 16:9
sottotitoli Ing., Finl.
dvd Ondine 4009
Nel dedicare un’opera al letterato che diede dignità di lingua al finlandese – svincolandolo finalmente dallo svedese -, Rautavaara volle provvedere lui stesso al libretto, utilizzando il più possibile testi tratti dagli scritti di Kivi. Presentata al festival di Savonlinna del 1997 riscosse tale successo che l’anno dopo vi fu replicata: proposta anche all’estero (Italia compresa), è ora entrata nel cartellone della Finnish National Opera, dove nel 2010 è stata videoregistrata.
All’esemplare taglio scenico, circoscritto al dramma interiore di un uomo che, alcolizzato e disperato, rievoca il fallimento della propria vita e muore fra le braccia – immaginarie – dell’amata, con uno straziante canto di morte ricalcato sul wagneriano Liebestod, fa riscontro una musica che cattura immediatamente lo spettatore, nonostante la complessità della sua scrittura. Una musica di cui Mikko Franck – il nuovo grande direttore finlandese dei nostri giorni – sottolinea l’eleganza, il vasto respiro, la sofisticata strumentazione nella quale si avvertono i trascorsi dodecafonici del maestro.
Alla lancinante disperazione di Jorma Hynninen fa da contrappasso l’esuberanza e la fiducia nel futuro – resi con avvincente spontaneità da Ville Rusanen – di un secondo Aleksis, quello della prima gioventù, la cui spietata metamorfosi avviene sotto gli occhi dello spettatore. Ottime interpreti anche Riikka Rantanen e Pauliina Linnosaari, rispettivamente l’amata Charlotta e la confidente Hilda; così come perfetto è il resto del cast: ma su tutti svettano Hynninen e Janne Reinikainen, uno dei grandi attori della scena finlandese, nel ruolo del professor Ahlqvist, l’infido e ottuso personaggio cui non è concessa la nobiltà del canto.
L’esemplare ripresa televisiva di Hannu Kamppila ci mostra come, per descrivere questa tormentosa confessione dell’anima, a Pekka Milonoff siano bastati pochi, essenziali elementi scenici mobili, concentrandosi essenzialmente sulle luci e soprattutto sulla recitazione.
di elvio giudici
