Strauss/Rihm – Letzte Lieder Alpensinfonie Ernster Gesang

soprano Anja Harteros
direttore Christian Thielemann
orchestra Staatskapelle Dresden
regia video Michael Beyer
formato 16:9
sottotitoli Ted., Ing., Fr., Sp., Cin., Cor., Giap.
dvd C-Major 726408
prezzo 24,20

 

letzte-strauss-major

Serata importante, questa che vede impegnata l’orchestra straussiana per eccellenza – quella che tanti lavori di Strauss ha tenuto a battesimo – nell’ambito delle celebrazioni per il centocinquantenario della nascita del compositore. Serata che principia non con Strauss bensì con Wolfgang Rihm (Capell-Compositeur a Dresda nel biennio 2013-14), del quale si esegue il brano per piccola orchestra Ernster Gesang, canto serio, scritto nel 1997 per la Philadelphia Orchestra: sorta di “ripensamento” dei Canti seri di Brahms e di altre sue composizioni tarde, di cui molti incisi vengono elaborati immergendoli in un denso colorito bruno nel quale – a partire dai rabbrividenti trilli iniziali – larga parte ha il suono dei clarinetti e dei fiati in genere. Esecuzione magistrale. Per l’occasione, Rihm ha anche orchestrato l’ultima composizione straussiana, il Lied Malven donato nel 1948 a Maria Jeritza e restato sconosciuto fino al 1982 quando fu rinvenuto tra le sue carte: piazzato qui tra primo e secondo brano del ciclo Vier letzte Lieder, che pertanto vengono titolati più genericamente Letzte Lieder, ultimi canti. La Harteros ne offre un’esecuzione capace di rendere espressiva ogni sfumatura di quella serena melanconia sempre oscillante tra luminosità e penombra che ne forma l’intima ragion d’essere. E l’orchestra sassone è la meraviglia che ben si conosce (quei fiati che principiano September! Quel corno che chiude Frühling! Quella quieta luminosità che s’irradia da Im Abendrot!): raramente, Thielemann ha così cesellato senza alcun autocompiacimento, scostandosi con per lui insolita decisione dal pur sublime monumento decadente di Karajan. Analogamente assai personale l’Alpensymphonie (che Strauss dedicò proprio a quest’orchestra), certamente diversa dalla precedente incisione Dg di quattordici anni fa coi Wiener. Molto meno bombastica, descrittiva e in technicolor pur senza rinunciare a neppure un ette della maestosità “alpina” di questa elaboratissima costruzione sinfonica: l’ascesi intesa più come purificazione, come summa di tutta una vita (vengono in  mente taluni incisi del Liszt dei poemi sinfonici) quantunque sempre orgogliosamente conscia del proprio valore.
Elvio Giudici

 

 


Prodotti consigliati
306 Novembre 2024
Classic Voice