interpreti M.-E. Nesi, S. Prina, R. Mameli, D. Galou, L. Castellano, M. Staveland, E. D’Aguanno direttore Federico Maria Sardelli orchestra del Maggio Musicale Fiorentino regia Marco Gandini regia video Matteo Ricchetti formato 16:9, sottotitoli it., fr., ing., ted., giap., cor. 2 dvd Dynamic 37670 prezzo 31
Il “G” appiccato al numero di catalogo Ryom indica il settimo/ottavo rifacimento (sul conto esatto non v’è certezza) operato da Vivaldi fra 1727 e 1738 su questo suo dramma per musica. Detto anche “versione di Ferrara”, ma nella città ariostea non andò in scena causa un boicottaggio ben documentato dai biografi. Ciò che il presente dvd ci propone è una sedicente edizione critica a cura di Bernardo Ticci; sua legittima figlia l’etichetta “World Premiere on Video”. Entrambe pretese infondate, giacché il terzo atto mai ritrovato, e forse mai scritto, anche due precedenti riprese moderne (Fasolis, Petrou) lo avevano restaurato ipoteticamente ossia “impasticciato”, termine tecnico privo di accezioni malevole.
Il pasticcio c’è pure qui, ma limitato all’aggiunta di una sinfonia dal Bajazet, al discutibile taglio di un’aria del prim’atto (“Al vezzeggiar di un volto”) e all’invenzione di un arbitrario finale tragico mediante il trapianto di “Gelido in ogni vena” dal second’atto della versione di Pavia 1731, l’unica pervenutaci per intero. Quanto alla vantata prima mondiale in video, lasciamo perdere la selva di scaffalature in profilato metallico, le falloforìe tubolari al neon, le fanalerie accecanti, la paccottiglia antiquariale di colossei, tempietti e obelischi, l’immancabile branco di cavalli ronconiani. I malcapitati cantori, barocchisti di chiara fama mandati allo sbando fra passeggiate al proscenio e sulle passerelle intorno alla fossa orchestrale, durante le arie li vedi abbarbicati al leggìo, donde si sbracciano a mimare gli affetti delle medesime con un occhio alle note scritte e l’altro alla platea. Basta un paio di spot per illustrare l’irrilevanza di una “regia” imbastita all’ultimo istante, quando il Maggio Fiorentino 2013 volle mutare la prevista esecuzione oratoriale al Goldoni in produzione (semi)scenica al vecchio Comunale oggi in disarmo.
Emanuele D’Aguanno (Pompeo) proclama il suo comunicato stampa sulla Clemenza di Roma poggiandosi a un pulpito sghembo e indossando la corazza sotto un giacchino nero coi risvolti lucidi, sicché pare un camorrista infiltrato al garden party ovvero un guardaspalle travestito da cameriere. Nei suoi panneggi di amazzone sexy, Delphine Galou (Berenice) ancheggia con vezzi da entraîneuse mentre dovrebbe figurare una snaturatissima suocera, madre e nonna, anzi “tigre”. Loriana Castellano (Selinda), pur truccata uso clown e insalsicciata in un camicione malamente pendulo sulla spalla ignuda, resta donna piacente; però da qui a sedurre i suoi carcerieri mutandoli in cicisbei? Suvvia, ce ne corre.
Non è neppure “decostruzione”; solo brodaglia kitsch versata in faccia allo spettatore, cui non resta che consolarsi con la criniera lisztiana e il fluido gesto direttoriale del maestro Sardelli caritatevolmente serviti in gran copia dalla regia video. Di musica non v’è spazio né voglia per scrivere: il tortino è fatto per piacere ai baroccofobi, gli altri se ne astengano.
Carlo Vitali