[interpreti] R. Holl, P. Seiffert, A. Schmidt, E. Wottrich, E. Magee
[direttore] Daniel Barenboim
[orchestra] festival di Bayreuth
[regia] Wolfgang Wagner
[regia video] Horant H.Hohlfeld
[Formato] 16:9
[Sottotitoli] Ted., Ing., Fr., Sp.
[2 dvd] Unitel 2072358
Due soli i punti di forza: direzione e Walther. Barenboim stacca tempi di marcata ampiezza, nei quali non sempre l’arco narrativo mantiene la sua tensione, ma per la maggior parte dell’opera le pulsioni interne – sul filo di sottili e mai sottolineati mutamenti dinamici – mantengono viva l’attenzione, benché a volte in extremis: e se i momenti più suggestivi restano i ripiegamenti lirici e melanconici (la cui intrinseca poesia è funestata purtroppo dal canto monocromo e monocorde del Sachs di Holl o da quello stridulo e asprigno della Magee), la gran scena della baruffa ha una rustica, accattivante vivacità, di pari passo alla limpida nitidezza contrappuntistica. Seiffert è eccezionale: timbro bruno, squillante, di virile autorità ma capace anche – grazie all’emissione solidissima, tutta sul fiato, perfettamente controllata – di sfumature nelle quali la mezzavoce non scade a volgare falsetto bensì vibra di splendidi armonici che valorizzano un fraseggio di volta in volta impetuoso o insinuante, fiero o appassionato, sempre però intriso di quell’immediatezza scevra d’ogni manierismo capace d’annullare ogni barriera tra palcoscenico e platea. Andreas Schmidt evita, col suo talento di provetto liederista, ogni funesto birignao che rende insopportabili e soprattutto sbagliati troppi Beckmesser: però il manierismo dell’iperaffinatezza talora risulta quasi più insopportabile della volgarità becera.
E cos’è lo spettacolo, Gesù. Spot turistici di prati e boschetti per picnic si proiettano sulla vetrata a quadroni del fondo con patetico intento modernistico; la stanza di Sachs è un cubicolo spoglio tutto bianco per far tanto ascetica pensosità; la baruffa è una poltiglia umana dove tutti agitano le braccia a vuoto e nemmeno a tempo; recitazione parrocchiale, dilettantismo a go-go: filmare un’indecenza simile – e in un festival di quel nome! – dovrebbe essere penalmente perseguibile.
Elvio Giudici