interpreti H. Behrens, F. Grundheber, M. Salminen, R. Sirkiä direttore Leif Segerstam orchestra e coro dellíOpera Festival di Savonlinna dvd Warner Classic 2564- 647608 prezzo 15,40
Ripreso da una rappresentazione teatrale del 1989 nel cortile del magnifico castello cinquecentesco di Savonlinna, in Finlandia, questo Olandese era già noto nella videodiscografia e rispunta adesso in un dvd di ottima confezione la cui curiosità precipua riposa nella ideazione scenica pensata in pro degli spettatori casalinghi: un abile mixage di teatro e cinema in cui, ancor più che la mano del regista teatrale Ilkka Bäckman, va segnalata (e non sempre lodata) quella del regista televisivo Aarno Cronvall, abile a dar unità spettacolare a recitazione in scena e collocazione esterna in uníopera che indubbiamente si presta per il suo forte appello visionario a operazione siffatta. Ma, dicevo, non tutto vi è da accettare a scatola chiusa, perché un conto è la narrazione in teatro e un altro quella filmica, per seducente che appaia; e, per di più, non sempre motivata pare l’insistenza sui primi piani, che rompono la inevitabile (e come tale accettata) convenzionalità del filo narrativo e non offrono mai una visione d’insieme di quel che avviene sulla scena. Così, se affascinante è il percorso dell’ouverture, solcata, è il caso di dirlo, da onde marine di tenebrosa avvolgenza, e se le rocciose mura del castello fanno da immaginifico sfondo a una vicenda come pocíaltre notturna, appena torniamo sulla piattaforma scenica il contrasto fra sovrimpressione e convenzione denota qualche frattura di credibilità. E buon per lo stage director del video che i due interpreti vocali maggiori siano in grado di forare l’alea del grottesco che spesso inguaia cantanti inidonei a far valere la loro immagine da presso; pericolo qui scongiurato dall’intelligenza e dalla classe di Hildegarde Behrens e Franz Grundheber, impeccabili protagonisti. La Behrens si cala splendidamente in Senta, a dispetto di un volume non propriamente stratosferico: tenuta dei fiati, controllo della dinamica, estensione, seduzione espressiva erano davvero a prova díerrore in quell’ormai lontano 1989; e Grundheber compone col suo Olandese un ritratto da maudit indimenticabile per forza, penetrazione d’accento e profilo scenico. Ma va detto che l’insieme dell’esecuzione è, se non pari all’eccezionalità delle due prime parti, comunque e sempre di bel livello: a partire dall’ottimo coro del Festival e dalla direzione di Leif Segerstam, capace di dar giusto peso sonoro a un amalgama strumentale forse non eccelso e tuttavia assai degno come quello della compagine finlandese. Per le parti di contorno di un’opera così spietatamente suddivisa tra Nuovo e Antico, il Festival di Savonlinna s’è concesso anche il lusso di offrire nella parte di Daland il suo più illustre campione nativo, un Matti Salminen colossale per voce e presenza; senza dimenticare l’apporto di un decoroso tenore quale l’ignoto (a noi) Raimo Sirkiä, che è Erik, e dei due personaggi gregari del Marinaio e di Mary, molto ben cantati da Jorma Silvasti e Anita Välkki. Va aggiunto che Segerstam, o chi per lui nell’équipe finlandese, ha optato per la versione in origine pensata da Wagner in atto unico senza intervalli; opzione per mio conto fondatissima, in quanto riconosce allíOlandese la sua fisionomia di ballata romantica che effettua la sua course à l’abîme senza concedersi inutili tregue.
Aldo Nicastro