editore il Saggiatore
pagine 600
euro 34
Il libro raccoglie gli scritti musicali che Alberto Savinio – nome d’arte di Andrea de Chirico – compose fra gli anni Venti e il secondo dopoguerra. Pennellate rapide e luminescenti che danno vita a un quadro lucido, profondo, sagace, dirompente, corrosivo, polemico, ispirato, da ultimo insostituibile, di quel “miracoloso prolungamento dell’infanzia” che per Savinio è l’esperienza artistica.
Sul “bambino prodigio che si diplomò con il massimo dei voti in pianoforte quando aveva solo dodici anni, al conservatorio di Atene”, scrive il curatore Francesco Lombardi nella prefazione, si erge l’ombra del padre, il barone Evaristo de Chirico, un ingegnere ferroviario scomparso improvvisamente nel 1905. Divenuti orfani prematuramente, Giorgio e suo fratello Andrea, si spostarono dapprima in italia nel 1906 poi in Baviera. A Monaco Savinio non ancora ventenne concluse gli studi musicali con Max Reger.
Il titolo del saggio prende il nome dalla rubrica che Savinio tenne sulla rivista “Il Secolo XX” dalla metà degli ani Venti: recensioni di spettacoli ritenuti significativi e opinioni sull’evoluzione del pensiero musicale contemporaneo.
A. Tr.
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