editore Libreria Musicale Italiana pagine 630 euro 45
Straordinario virtuoso di contrabbasso, Giovanni Bottesini (Crema 1821-Parma 1889) componeva per il proprio strumento cose musicalmente non trascurabili, ma scriveva anche musica da camera e soprattutto opere (alcune non furono mai rappresentate, altre ebbero successo, ad esempio Ero e Leandro) e svolgeva una intensissima attività di direttore d’orchestra. In questo libro Aldo Salvagno (che ha diretto qualche anno fa Ero e Leandro) non parla della musica di Bottesini; ma ne racconta “la vita attraverso le lettere”: raccolto con enorme lavoro l’intero epistolario, lo propone anno per anno premettendo alle lettere una indispensabile cronaca biografica (di alcune lettere di proprietà privata o di archivi inaccessibili si dà notizia senza poter riprodurre il testo).
Di musica o di problemi artistici Bottesini parla pochissimo, salvo lamentare un paio di volte che i “wagneristi” non lo amano; ma fa eccezione un breve scambio epistolare con Boito, autore del libretto di Ero e Leandro, sulla revisione del finale dell’opera. Le lettere ci informano sulla sua frenetica attività di direttore, a Cuba e in diverse città dell’America del Nord e del Sud, a Parigi e in molte città europee, al Cairo (dove diresse la prima assoluta di Aida) e in Italia. Verdi non avrebbe voluto che gli fosse affidata Aida; ma poi lo ringraziò e gli fu amico (e gli chiese la diteggiatura per la parte dei contrabbassi nell’ultima scena di Otello). Le lettere ci informano sulla frenetica, ininterrotta attività, sul continuo bisogno di denaro (gli impresari pagavano i direttori d’orchestra assai meno dei cantanti), sui tentativi, spesso (ma non sempre) frustrati di far pubblicare i propri lavori da Giulio Ricordi. Solo a pochi mesi dalla morte raggiunse un posto stabile, la direzione del Conservatorio di Parma. Una parte delle utili appendici raccoglie qualche recensione alle sue opere.
Paolo Petazzi
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