editore Libreria Musicale Italiana pagine 318 euro 30
Ecco un libro che, quando lo avrete finito di leggere, scoprirete di sapere più cose su Schubert di quante ne sapevate prima. Ma anche su come si scrive un libro sulla musica. Non è, infatti, né sterilmente descrittivo né algidamente analitico. Ma riesce a raccontare l’analisi musicale. Sta qui il suo punto di forza. L’analisi è puntigliosa, capillare, la struttura tematica, melodica, armonica, dissezionata. Ma passo passo, come sorgesse via via dalla lettura della pagina musicale. Non è impresa da poco. L’ultimo Schubert è compositore immenso. Già Schumann aveva capito che la sua statura regge il confronto con un compositore del livello di Beethoven. Ciammarughi della scrittura di Schubert investiga la multiforme complessità. Ne spiega le radici storiche e ne racconta le vicissitudini interpretative, quanto tardi sia stata compresa proprio la sua complessità. L’analisi delle interpretazioni è una sorta di storia del pianismo novecentesco, da Schnabel a oggi. E dimostra quanto l’idea precostituita di una musica influisca sulla sua interpretazione. Quanto invece un’analisi moderna, liberata da idee pregiudiziali di forma, riscoprendo la libertà inventiva di Schubert, indichi anche la via di un’interpretazione che si avvicini alla natura, più espansiva, analitica, che contratta, sintetica, di quella scrittura. Per chiunque voglia accostarsi allo Schubert strumentale, e in particolare a queste ultime sonate, il libro è un riferimento indispensabile. Consiglierei, inoltre, a Luca Ciammarughi, in una prossima riedizione, di allegare al libro anche una registrazione delle sonate. Chi gliele ha ascoltate suonare sa che sarebbe un ulteriore, e prezioso, strumento di conoscenza.
Dino Villatico
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