L’enfant et les sortilèges editore Zecchini pagine 355 euro 25
Con una corposa discografia e videografia curata da Stefano Biosa, co-traduttore con Marco Bizzarini, viene proposta la versione italiana della biografia che il critico musicale francese Olivier Bellamy, noto al pubblico transalpino come conduttore per “Radio Classique”, scrisse per i tipi di Buchet Chastel nel 2010.
Prologo a Buenos Aires, dove Martha mosse i primi passi incoraggiata da mamma e papà. In quello svezzamento forgiante “fu lui”, scrive Bellamy, “a tenerla sospesa nel vuoto a forza di braccia, senza che lei provasse la minima paura, per infonderle il gusto del pericolo”. Poi l’apprendistato con Vincenzo Scaramuzza, origini crotonesi, che nel 1912 aveva aperto il Conservatorio suo omonimo nella capitale argentina. Ma non dava lezione a bambini prodigio, eccezion fatta per la Argerich e per Bruno Leonardo Gelber, accolti entrambi all’età di cinque anni e subito messi in competizione. Se l’uno si lamentava di una difficoltà tecnica il maestro rispondeva: “Ah bene!, Martha me l’ha suonato senza alcun problema”. E a lei gridava “Tu hai molta tecnica ma Gelber ha cuore”. E così Bellamy ci conduce a Vienna, dove la Argerich scoprì Friedrich Gulda, divenne sua allieva finché lui non le disse: “Stai iniziando a imitarmi, così non va”. Vennero i primi concerti e con l’aumentare della loro frequenza, la crisi, superata dall’effetto bomba del primo Lp per Dg.
L’impostazione a episodi rende il volume particolarmente godibile.
A. Tr.
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