ncandescente come Jimi Hendrix a cura di Roberto Grisley e Raffaele Mellace editore Silvana editoriale pagine 197 prezzo euro 28
Il numero di metafore di cui dispone l’immaginazione umana è limitato, la storiografia è arte della dimenticanza. Così Borges, e ci vorrebbe la sua inclinazione al paradosso metafisico per avallare l’accostamento insinuato da questo catalogo dell’omonima mostra genovese. Di vite parallele non è il caso di parlare (ci si risparmi la facile dimostrazione); i tritoni nelle prime due battute di “Purple Haze” non sono indizio di patti satanici più che la corriva aneddotica fiorita intorno alle prodezze esecutive del Genovese. Per non dirne che una: Hendrix vivente, le classifiche della critica rock gli anteponevano per virtuosità tecnica il collega Eric Clapton, né ci risulta che egli si sia mai posto il problema di accedere alla grande forma come invece tentò Paganini nei suoi sei concerti. L’attrazione maggiore del volume non sta per noi in un’evanescente sociologia comparata della ricezione. Ci convincono di più saggi documentali come “Un crocevia di musiche” (Mellace) o “Divo e manager” (Iovino e Olivieri), mentre sul versante rock “L’urlo” di Ivano Fossati corregge il fandom iperbolico di altri contributi ricollocando in più sobrio contesto la figura e l’opera del musicista di Seattle. Eccellente il corredo iconografico.
Carlo Vitali
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