Sonia Arienta – “Qui m’ascolta o m’uccidi” La rappresentazione della persuasione nelle opere da Mozart a Puccini

editore Libreria Musicale Italiana
pagine 429
euro 30

 

Quando si chiedeva a Marguerite Yourcenar se esistesse un punto di vista femminile sulla letteratura, rispondeva con sarcasmo: “Esiste forse un punto di vista femminile sul teorema di Pitagora?”. Ma il nuovo libro di Sonia Arienta – “Qui m’ascolta o m’uccidi” – La rappresentazione della persuasione nelle opere da Mozart a Puccini – sembra smentirla, almeno per quanto riguarda l’ambito del melodramma.
Madama Butterfly, ultimo atto: Cio Cio San si convince che il matrimonio con Pinkerton è una finzione solo quando vede la sua nuova e vera moglie: “La protagonista è un’interlocutrice ingenua, giustificata dall’età e dal desiderio di sottrarsi ai gravi traumi vissuti in ambito familiare. Ostinatamente fedele alla conservazione delle proprie illusioni, bambina abusata e calpestata, si rifiuta di accettare i fatti, la ‘dimostrazione’, una realtà intollerabile alla quale si sottrae con il suicidio”. Pensieri e parole inconfutabili, esposte da un peculiare punto di vista femminile.
Arienta prosegue con questo titolo un lungo lavoro di ricerca nel quale confluiscono le sue complementari competenze: azione teatrale, drammaturgia musicale, contesto sociale, codici retorici. Così è stato per il saggio dedicato all’uso espressivo degli intervalli e alle loro ricorrenze nel repertorio, così per l’analisi, del tutto originale, dei personaggi di Odabella, Abigaille, Giovanna d’Arco, una trilogia femminile che costituisce “un unicum nel catalogo verdiano”. Ora, l’attenzione dell’autrice si rivolge ad una tecnica di comunicazione tra personaggi attraverso la quale transita la durezza di rapporti di forza che vedono, nella grande maggioranza dei casi, prevalere le strategie maschili e del potere costituito. Il libro procede con metodo, attraverso una selva di esempi, cronologicamente delimitati: non si tratta del teatro barocco, né del Novecento dopo Puccini, e i focus sono tre: opera francese, italiana, tedesca. Il lungo confronto tra Brunilde e Wotan in Valchiria è narrato con vivissima adesione alla dinamica di quel conflitto, centrale per l’intera Tetralogia. La persuasione può avere come fine quello di cercare la verità, di estorcere confessioni o segreti, di tentare, di punire, di ordinare, di sedurre, come in questa occasione: “Per indurre Zerlina, ancora incerta, a risolversi in via definitiva ad appartarsi con lui, la alletta assicurandole un radicale cambio di vita (‘Io cangierò tua sorte’). Avanza proposte che immagina irrefutabili per una ragazza della sua condizione e infatti lo sono. La chiave di volta del cambiamento per lei è proprio la prospettiva di un radicale miglioramento di un’esistenza di fatica e povertà alla quale la condanna il suo status di contadina”. L’opera come “discorso pubblico” e rappresentazione del mondo affidati principalmente alla musica, e ad un insieme di narrazioni e intrecci di cui questo libro ribadisce il carattere di umana, troppo umana verità, radicata nella storia.
Sandro Cappelletto

 

 

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306 Novembre 2024
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