editore Allemandi/Amici della Scala
pagine 110 a volume
Una scenografia operistica è un oggetto a più dimensioni. Da una parte si trova in relazione con l’impianto registico di uno spettacolo, secondo la legge non scritta ma ampiamente esperita delle proporzioni inverse: una regia sarà tanto più pregnante, e densa, e attraente, quanto scene e costumi sapranno esserle sobriamente funzionali. Dall’altra coincide con una pratica artistica che – in quanto tale – ha un margine di autonomia, soprattutto quando a praticarla sono grandi personalità pittoriche. In questo orizzonte complesso si muove la raffinata collana della Allemandi e degli Amici della Scala dedicata ai grandi scenografi scaligeri. Tra i quali troviamo non solo i “professionisti” della scena, ma anche “autori” prestati al palcoscenico (scaligero) come Picasso, Manzù, Burri, Buzzati. Concepiti, curati, scritti da Vittoria Crespi Morbio, autorevole studiosa della scenografia operistica, i “librini” di questa collana sono una delizia. Tra gli ultimi puntualmente usciti (dal 2002 se ne contano 32) Chagall, Gontcharova, Samaritani e Sciltian. Per ciascuno di essi figura una biografia artistica, un profilo storico-critico relativo alle creazioni scenografiche, una minuziosa cronologia degli spettacoli (con riferimenti alle recensioni d’epoca, perfino) e un significativo apparato iconografico, con bozzetti e figurini dai principali musei teatrali del mondo. Un modo originale per ripercorrere, riannodandone i fili musicali e “multimediali”, significativi capitoli della vita artistica novecentesca.
Andrea Estero