Tutti i teatri felici si assomigliano, direbbe Tolstoj, ma ogni teatro è infelice a modo suo. La crisi del settore provocata dalla chiusura ha colpito molto più aspramente le istituzioni che facevano affidamento sulla biglietteria. L’Arena di Verona, che giovedì ha presentato la 98° edizione del Festival estivo (con Muti, Netrebko e Kaufmann ospiti d’eccezione) è un ottimo esempio per pesare la portata dei danni del lockdown. Fino al 2019, la macchina areniana viaggiava a ritmi incessanti: “Il nostro modello di business – spiega Gianfranco De Cesaris, direttore generale della Fondazione guidata da Cecilia Gasdia – prevedeva in tempi normali 51 serate a 13.500 persone di capienza piena. Siamo passati da più di 27 milioni di euro di incassi nel 2019 ad appena 1.2 nel 2020, anno in cui abbiamo dovuto ridurre le serate a 11 con capienza drammaticamente ridotta”. Da 27 milioni a poco più di uno. Questa è stata la mannaia caduta sul teatro all’aperto più famoso al mondo. “Eppure – spiegano dai vertici di Piazza Bra – il bilancio 2020 siamo riusciti a mantenerlo in equilibrio”. La scorsa estate, per la prima volta in una storia sempre votata alla grandeur scenografica, Verona ha dovuto rinunciare alle recite in forma scenica. Non lo farà anche quest’anno, nonostante i segnali di ripresa del settore fatichino a palesarsi: “Nel 2021 – assicura la sovrintendente Gasdia – riporteremo l’opera in forma scenica. Il programma è già pronto: saranno 42 serate con capienza ridotta al 25%, comunque sopra le 3.000-3.200 persone”. Ed ecco, allora, il programma che segna la riscossa areniana: dittico verista Cavalleria-Pagliacci il 25 giugno, Aida, Nabucco, Traviata e Turandot, come doveva essere nel 2020 prima che il cartellone venisse stravolto. Ad aprire la 98° edizione del Festival saranno due recite straordinarie di Aida in forma di concerto dirette da Riccardo Muti, assente in Arena da 41 anni (era il 7 agosto del 1980, pochi giorni dopo la strage alla Stazione di Bologna). Di Aida si festeggiano proprio quest’anno i 150 anni dalla prima del Cairo. Confermati anche gli eventi extra, come gli immancabili galà di Placido Domingo e Roberto Bolle, nonché l’atteso debutto areniano di Jonas Kaufmann, in recital, in attesa di vederlo in un titolo d’opera. Deciso anche il cast dei ruoli principali che si alterneranno dal 19 giugno al 4 settembre: Pertusi, Rachvelishvili, Yoncheva, Meli, Maestri e Zanellato nell’Aida di Muti; Pirozzi, Siri, Kurzak, Eyvazov, Alagna, Maestri e, confermata, Katia Ricciarelli nel ruolo di Mamma Lucia il 25 giugno e il 2 luglio in Cavalleria Rusticana con Marco Armiliato sul podio; Rebeka, Sartori, Grigolo, Enkhbat in Pagliacci; Diergo Matheuz e Daniel Oren dirigeranno le recite di Aida in forma scenica con Angela Meade in tre recite; Samoa Hernandez torna in Nabucco nel ruolo di Abigaille; Traviata di stelle con Lisette Oropesa, Sonia Yoncheva e Aida Garifullina alternate assieme a Meli, Albelo, Grigolo e Pirgu con Simone Piazzola nel ruolo di Germont padre. E infine l’attesissima Turandot con Anna Netrebko (29/7, 1 e 5 agosto) in compagnia del marito Yussif Eyvazov nei panni di Calaf e Ruth Iniesta in quelli di Liù, sotto la direzione di Jader Bignamini e Francesco Ivan Ciampa. E le regie? “Non potendo ricorrere alle grandi strutture architettoniche che contraddistinguono l’Arena, ricorreremo a soluzioni alternative, ma non meno spettacolari – spiega Stefano Trespidi, vice direttore artistico -. Il palcoscenico tornerà a essere quello di sempre, con l’orchestra in buca e qualche sezione di strumenti fuori, per mantenere il distanziamento tra i musicisti. I coristi saranno a due metri di distanza l’uno dall’altro. Useremo luci, proiezioni e scenografie prodotte ad hoc dai nostri laboratori, che continueranno a lavorare”, come non hanno mai smesso di fare dal giugno scorso. La macchina Arena, insomma, non si è mai fermata, rinunciando alla possibilità di cassintegrare. Ora la grande incognita resta il pubblico: lo scorso anno, prima della pandemia, erano stati venduti già 80.000 biglietti che avevano portato 8.5 milioni di euro in cassa. Di questi spettatori, trentamila hanno ancora la possibilità di sfruttare il voucher. “Non è detto che avremo solo pubblico italiano – spera il direttore generale De Cesaris -. In molti paesi con un alto tasso di vaccinazione c’è già la corsa alle prenotazioni per le vacanze estive. Paradossalmente, potremmo avere molta più richiesta dall’estero”. Ma in ogni caso, sarà un’Arena per “pochi”. A pieno regime, e se non cambieranno le norme che ora fissano al 25% la capienza massima dei luoghi di spettacolo all’aperto, in piazza Bra non potranno arrivare più di 125.000 persone suddivise in tutte le 42 serate del programma. E pensare che ai tempi d’oro si sfiorava il milione…
Luca Baccolini
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