Ha la fama di essere la città più liberal d’America. D’altronde San Francisco, a dodici ore di volo dall’Italia, è stata negli anni Sessanta la città simbolo degli hippie e della controrivoluzione giovanile, e prima ancora, negli anni Cinquanta, la culla dei reading degli eroi della Beat Generation, da Jack Kerouac ad Allen Ginsberg, che lanciarono proprio da qui la Poetry Renaissance. E oggi ospita, sul solco di una sua ultradecennale tradizione di tolleranza sessuale, una delle comunità gay più grandi del mondo che fa principalmente rifermento al celebre quartiere di Castro. Adagiata su una baia e distribuita su quaranta colline, San Francisco, da tempo potente e suggestivo simbolo della West Coast statunitense, è diventata una città cult grazie anche ai numerosi scatti fotografici e alle moltissime pellicole che qui hanno voluto ambientare le loro trame, da Indovina chi viene a cena? a L’inferno di cristallo, da La signora in rosso a Fuga da Alcatraz. Il motivo sta soprattutto nelle sue particolarità atmosferiche che la dotano d’inverni freschi e piovosi e di estati secche e nebbiose, ma anche delle sue particolarità architettoniche che vede affiancati nelle lunghe strade, come la fotogratissima Lombard Street, e i larghi Boulevard lo stile vittoriano e le architetture più moderne. Definita anche “la città della pioggia, del vento e della nebbia”, questa città, strutturata in un vero e proprio saliscendi scalato dai caratteristici tram a cremagliera, è spesso avvolta dalla nebbia che sale dal vicino Oceano Atlantico. Succede così di vedere del tutto scontornato (come nella foto) il suo imponente Golden Gate Bridge che collega la città con la parte meridionale della Contea di Marin. Questo celebre ponte, caratteristico anche per il suo color arancione scelto per renderlo più visibile quando avvolto dalla nebbia, fu costruito tra il 1933 e il 1937, ed è considerato oggi uno dei più notevoli esempi di ingegneria applicata alla costruzione di ponti sia per il progetto strutturale sia per la sua estetica. Ma San Francisco, tra le più europee delle metropoli americane, vanta anche una vita culturale molto intensa. A cominciare dai suoi musei come l’avveniristico San Francisco Museum of Modern Art, disegnato dallo svizzero Mario Botta, che ospita ogni anno oltre trenta mostre e vanta nella sua collezione opere importanti di Andy Warhol, Jackson Pollock, Henri Matisse, Paul Klee e Marcel Duchamp. Ma anche il California Palace of the Legion of Honour con un’ampia collezione di dipinti europei dal Trecento al Novecento e il De Young Memorial Museum immerso nel verde del Golden Gate Park, il terzo parco più visitato degli Stati Uniti con i suoi dieci chilometri di piste ciclabili e il suo milione di alberi. Polo d’attrazione per gli amanti della classica e dell’opera è invece la War Memorial Opera House con i suoi 3146 posti in grado di soddisfare ogni esigenza di melomane. È qui che ha debuttato, in prima mondiale (repliche fino al 30 giugno), Two Women (La Ciociara), un’opera in lingua italiana su musica di Marco Tutino, anche librettista con Fabio Ceresa, che, diretta da Nicola Luisotti e con la regia di Francesca Zambello, vede protagonista Anna Caterina Antonacci nel ruolo che al cinema fu di Sophia Loren. Ma qui, in contemporanea, si può assistere anche, dal 14 giugno al 5 luglio, alle mozartiane Nozze di Figaro sotto la bacchetta di Patrick Summers e con Phlippe Sly, Luca Pisaroni, Lisette Oropesa e Kate Lindsey, mentre, dal 7 giugno all’1 luglio, si replica Les Troyens di Berlioz nel superlodato allestimento di David McVicar con Anna Caterina Antonacci, Susan Graham e Bryan Hymel.
(Antonio Garbisa)