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                                 Speciale Festival 2021
 RIBALTA pagina 8 Rof senza limiti
tra Moïïse ed Elisabetta
FESTIVAL pagina 12 A Torre del Lago
Berio conclude Turandot
CONCERTI pg. 16 Stresa s’affifida a Brunello
e celebra Stravinskij
ESTERO pagina 20 Stone pigliatutto
ad Aix-en-Provence
RADIO TV pagina 27 Trifonov e Rach2
al festival baltico
      RIBALTA
PODI DANZANTI
Molti teatri aspettano il 2022 per ripartire. Ma c’èè chi ha giocato d’anticipo, come Milano, Napoli e Firenze, che scrittura Gatti come direttore del Maggio. E Roma punta su Mariotti
Dopo un 2020 che ha avuto solo 55 giorni di normalitàà e un 2021 partito con cinque mesi pieni di ritardo, tutti i teatri stanno pensando al 2022 come alla prima vera stagione post-pandemica. Ha ragionato in questi termini l’Opera di Roma, che ha giàà annunciato in Michele Mariotti il nuovo direttore musicale, a partire dal primo novem- bre del prossimo anno (dirigeràà tre titoli d’opera a stagione), mentre in simultanea Daniele Gatti attenderàà l’incarico in Santa Cecilia del 2024 (quando Antonio Pappano torneràà a Londra) da direttore musicale del Maggio Musicale per i prossimi tre anni, giocando alla pari col direttore onorario Zubin Mehta (dirigeranno, ha fatto sapere il sovrintendente Pe-
reira, lo stesso numero di spettacoli). Napoli non sta a guardare, e dopo esser stata vicina allo stesso Mariotti ha puntato tutto sull’israeliano Dan Ettinger (classe 1971, ex assistente di Daniel Barenboim a Berlino), nuovo direttore musicale del San Carlo a partire dal primo gennaio 2023. Per conoscerlo meglio, si potràà intanto ascoltarlo proprio al San Carlo nel 2022 con Cosìì fan tutte e Samson et Dalila. Chi ancora non ha chiuso la partita del direttore musicale èè il Co- munale di Bologna, il cui podio resta vacante dal primo gennaio 2019. In Emilia sono tentati dall’idea di un primato seducente: quello di essere la prima fondazione lirico-sinfonica italiana ad affifidarsi a una guida fem- minile (Lyniv e Gardolinska han-
no fatto ottime impressioni al loro debutto in Sala Bibiena). Il valzer dei podi, insomma, èè uf- fificialmente ri- aperto. Quello dei cartelloni un po’ meno. Scala e San Carlo sono stati per ora i piùù ottimisti nello squadernare la
programmazione completa del 2022, con o senza recreduscenze pande- miche. E se il 7 dicembre scaligero (apripista di una stagione che pro- porràà titoli poco battuti come Thaïïs, Dama di Picche, Fedora, Gioconda, nonchéé The Tempest di Adèès) mon- ta Macbeth con la premiata ditta Livermore-Chailly e un cast stellare composto da Netrebko-Meli-Salsi- Abrdazakov, il San Carlo rilancia in anticipo con l’Otello di Michele Mariotti cantato da Jonas Kaufmann a partire dal 21 novembre (regia di Mario Martone), inaugurazione di un anno generoso di segni rossi sull’agenda, come impone l’Aida di Anna Netrebko, l’Onegin con regia di Barry Koski, e la Dalila cantata da Anita Rachvelishvili. Certo, i pro- getti pluriennali devono restare an- cora sottotraccia: caso emblematico quello del Comunale di Bologna, che prima della pandemia aveva annun- ciato un quinquennio consecutivo di nuove produzioni wagneriane (da Lohengrin a Parsifal), salvo poi do- ver congelare tutto in attesa di svi- luppi e soprattutto di certezze sulla capienza effettiva. Il 2021 èè stato (per tutti) il primo anno senza abbona- menti. Ricreare un bacino di pubbli- co affezionato non saràà semplice per nessuno.
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