Festival Italia RIBALTA Giacomo vivo Il Festival Puccini tra tradizione e novitàà: alla “Turandot” col fifinale di Berio si affifianca il melologo di Toni Servillo sulla vita del compositore e “Pierrot Lunaire” di Schoenberg Per ascoltare un nuovo fifinale di Turandot si dovette aspettare 75 anni. Era il 2001 quando Lucia- no Berio mise mano agli enigmatici venti minuti conclusivi dell’ultima opera (incompiuta) di Puccini. La prima alle Canarie, sotto la direzio- ne di Riccardo Chailly, aprìì un di- battito tra i tradizionalisti “alfania- ni” e i sostenitori del nuovo fifinale. “Ho usato la grammatica puccinia- na, non la sintassi. Quello scritto da Alfano - disse Berio all’epoca - va contro la natura dell’opera. Il suo la- voro èè completamente estraneo alle implicazioni di Turandot. Il tradi- mento, rispetto allo spirito surreale della fifiaba originaria di Carlo Gozzi, sta nell’omaggio all’happy end hol- lywoodiano. Io ho lavorato invece sul ritorno dell’orizzonte orientale, in una dimensione irrisolta”. E in questa prospettiva si pone il recu- pero del fifinale beriano nella nuova Turandot in scena al Festival Pucci- ni, edizione numero 67 incardinata su tre titoli e dieci rappresentazioni: Tosca (con Stefania Sandrelli che de- butta alla regia e Alberto Veronesi sul podio), poi Bohèème ripresa dal- lo spettacolo di Ettore Scola (dirige Enrico Calesso) e appunto il nuovo allestimento di Turandot con la re- gia di Daniele Abbado e la direzione di John Axelrod, spettacolo nato in partnership con il Teatro Goldoni di Livorno (mentre nel 2022 saràà il Giglio di Lucca a coprodurre Ma- non Lescaut). Non era mai accadu- to nella storia della kermesse che si scegliesse il fifinale di Berio. Il Festi- val saràà anche occasione per ascol- tare nuove voci e artisti giàà attivi nel panorama internazionale che cal- cheranno per la prima volta il pal- coscenico del Gran Teatro Giacomo Puccini. Nel cast, curato da Clarry Bartha, nuova casting director della Fondazione, fifigurano tanti debutti sul palcoscenico pucciniano: saràà la prima volta a Torre del Lago del tenore Vincenzo Costanzo (Cava- radossi), del baritono Franco Vas- sallo (Scarpia); di Ivan Magrìì (Calaf ) e del tenore peruviano Ivan Ayon Rivas (Rodolfo). I soprani che cal- cheranno per la prima volta il palco- scenico di Puccini sono Catherine Naglestad (Turandot), Polina Pa- stirchak (Mimìì) e Maria Chabounia (Musetta), mentre nel ruolo di Flo- ria Tosca c’èè il ritorno a Torre del Lago di Hiromi Omura. Conferma- ti, secondo l’indirizzo impresso dal direttore artistico Giorgio Battistel- li, i nuovi titoli contemporanei che affifiancano il melodramma: ci saràà La bicicletta di Bartali, melologo di Simone Dini Gandini su musiche di Marcello Panni e Tanti baci, prota- gonisti quattro giovani compositori (De Rossi Re, Frega, Sarti e Sciorti- no) e lo scrittore Franco Marcoaldi, mentre a Stefano Massini spetteràà raccontare in un nuovo spettacolo i 100 anni senza Enrico Caruso. Il 12 agosto, con l’Orchestra del Festival Puccini diretta da Gianna Fratta, Toni Servillo èè il mattatore di Puc- cini, Puccini, cosa vuoi da me?, un melologo-concerto in cui i protago- nisti ammettono di non apprezzare il “melodico” Puccini per arrivare alla fifine dell’ascolto a comprender- ne la straordinaria genialitàà, messa in relazione con il coevo Schoen- berg, di cui Marco Angius dirige Pierrot Lunaire col soprano Livia Rado. 67° Festival Puccini Torre del Lago, dal 23 luglio al 26 agosto 12