CLASSIC
POST
IL DIRETTORE
RISPONDE
preoccuperà di riempire, con la riflessione
e lo studio, quei vuoti che la sua discre-
zione (e quella dei familiari) ha impedito
di colmare? Si costituirà una Fondazione
incaricata di custodire il patrimonio docu-
mentale, renderlo disponibile agli studiosi
e di istituire progetti radicati nella voca-
zione “educativa” di Abbado? Per ora ar-
rivano solo brutte notizie sulla gestione
di questa eredità. Speriamo che il 2015 le
smentisca.
Ricordo pesarese
Riceviamo dal Presidente Emerito del Con-
servatorio Statale Rossini e pubblichiamo
Con Leonardo Luchetti viene meno un
personaggio cui la cultura pesarese deve
molto. La sua attività didattica, la sua lun-
ga guida del Festival nazionale di arte
drammatica (il noto G.A.D.), il rilevante
ruolo ricoperto nella Fondazione cassa
di risparmio di Pesaro sono alcuni dei
tratti salienti del suo operoso e gene-
roso percorso. Ho avuto la fortuna di
condividere con lui momenti di vici-
nanza e di apprezzarne la pacatezza,
l’arguzia, l’ironico approccio a situa-
zioni che ad altri apparivano drammatiche.
Insomma, un saggio. Ma un saggio opero-
so in favore di chi merita, con delicata di-
screzione e senza ricerca di “immagine”. È
ciò ho constato soprattutto nel corso degli
anni in cui offrì il suo sostegno al concor-
so internazionale di clavicembalo organiz-
zato dal Conservatorio Rossini ed al quale
prendevano parte numerosi giovani artisti
provenienti da diversi paesi europei. Nelle
parole che pronunciava in occasione delle
cerimonie di premiazione, cui partecipava
in rappresentanza della Fondazione cassa di
risparmio, si avvertiva il convinto incorag-
giamento a docenti e dirigenti del conserva-
torio ad intensificare l’impegno dell’Istituto
musicale di cui apprezzava l’attività didatti-
ca e le manifestazioni artistiche. Incitamen-
to non di maniera, anche perché accompa-
gnato dal sostegno dell’ente di cui è stato
autorevole vice presidente. A lui era chiaro il
ruolo culturale che in una città può assolvere
nel corso dell’intero anno un conservatorio
di musica, come pure aveva colto, insieme
al presidente Sabbatini, quali sinergie po-
trebbero essere attivate, non solo sotto il
profilo didattico-artistico, con le relazioni
attivabili grazie alla presenza di studenti
provenienti da più di venticinque paesi
del mondo. Vedeva nel conservatorio una
componente essenziale della strategia di
avanzamento cittadino, non una entità
“straniera” quale è la musica classica per
diverse entità pubbliche e, purtroppo, per
molti italiani.
Giorgio Girelli
L’Abbado che verrà
Egregio direttore,
il 2014 volge al termine e (...) mi piacereb-
be sapere quali sono stati a suo giudizio gli
avvenimenti musicali degni di nota.
Anna Piersanti
Cara Anna,
scusi se amputo la sua lettera, ma preferi-
sco darle subito una risposta: l’Elektra di
Salonen e Chéreau alla Scala e le dimis-
sioni di Muti dall’Opera di Roma. Ma
il 2014 è stato soprattutto un anno di
perdite. Nomi importanti, a cui erava-
mo legati: Maazel, Brüggen, Hogwood,
Bergonzi, Olivero, Gaslini e soprattutto
Abbado. Le sue spoglie - lo ha comu-
nicato la famiglia - riposano in un pic-
colo cimitero dell’Engadina. Ma la sua
memoria, dove albergherà? Siamo a un
anno esatto dalla sua scomparsa, ma
nel momento in cui scrivo si conoscono
solo le iniziative del Comunale di Ferrara:
un incontro sulla passione per gli alberi
del direttore, seguito da “Un bosco in cit-
tà”, con l’individuazione di un’area in cui
forse realizzare le sue visioni botaniche, il
20 gennaio; la proiezione di video (il 25)
e - il giorno successivo - il concerto della
“sua” Mahler Chamber Orchestra diretto
da Daniele Gatti. Altre iniziative non sono
pervenute. Eppure il ruolo giocato dal di-
rettore nei decenni passati esigerebbe ben
altre energie: critico-musicologiche più
che celebrative. Qualcuno sta pensando a
ricostruire il profilo della sua formazione, a
definire la cronologia degli esordi, a cata-
logare le sue partiture o i suoi libri? Ci si
“A un anno esatto dalla
scomparsa di Abbado un
incontro e un concerto a
Ferrara. E poi?”